I cristalli di ghiaccio di Masaru Emoto

Sinfonia No. 40 di Mozart - https://www.masaru-emoto.net/english/water-crystal.html
È molto difficile scrivere su un argomento così complicato dal punto di vista scientifico, ma nello stesso tempo davvero semplice da comprendere. Quando si parla di qualcosa del genere, spesso si fa riferimento alla fede se nulla è verificabile sperimentalmente, quindi concreto dal punto di vista scientifico, anche se a quanto pare così proprio non è, visto che degli esperimenti sono stati fatti, seppur non in maniera così metodica e "scientifica". Perciò vi chiedo di armarvi di una certa dose di apertura mentale prima di continuare a leggere e poi trarre le vostre conclusioni. Non cerco di dimostrare nulla, ma soltanto di fare un pochino di chiarezza su qualcosa che potenzialmente potrebbe cambiare molto il modo di vivere, dando maggiore importanza all'uso dei propri pensieri, parole e nello spingere l'uomo a coltivare emozioni positive anziché negative.
Masaru Emoto era un giapponese, laureatosi presso l'Università di Yokohama con una specializzazione in relazioni internazionali. Per alcuni è a tutti gli effetti uno scienziato, per altri, come ad esempio viene scritto su Wikipedia, è uno pseudo-scienziato e saggista, vale a dire un uomo che in qualche modo ha effettuato delle ricerche, ma che non sono state riconosciute dalla comunità scientifica o perlomeno da tutte le comunità scientifiche visto che, a quanto pare, alcuni che gli "hanno dato retta" ci sono stati. Fondamentalmente la storia è questa:
«Nato nel 1943 in Giappone, Masaru Emoto ha cominciato a studiare l'acqua intorno al 1984, dopo aver incontrato in USA il biochimico Lee H. Lorenzen, inventore dell'analizzatore di risonanza magnetica dell'acqua a "microcluster water" (un'acqua energetizzata con effetti terapeutici). Alla fine degli anni Ottanta, lo scienziato giapponese è riuscito a mettere a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d'acqua: l'acqua di rubinetto che scorre nelle tubature di tutto il mondo; l'acqua delle sorgenti; i laghi; le paludi; i ghiacciai; l'acqua sbarrata dalle dighe; l'acqua inquinata e via dicendo. Masaru Emoto racconta così come ebbero inizio le ricerche che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Dapprima, prese a nolo un microscopio di grande precisione e congelò l'acqua in un frigorifero qualunque, ma quando si provò a fotografare l'acqua ghiacciata mettendola a temperatura ambiente, i cristalli si sciolsero subito. Emoto e i suoi collaboratori, allora, acquistarono un grande frigorifero per gli esperimenti che consentì loro di osservare i cristalli d'acqua a una temperatura costante di - 5° C. L'esperimento viene condotto in questo modo: una goccia di ogni tipo di acqua da analizzare viene riposta in una coppa e poi congelata per circa tre ore a una temperatura di - 20° C. In ogni coppa si forma così un blocchetto di ghiaccio che la tensione superficiale rende perfettamente sferico. Poi, i singoli blocchetti vengono illuminati dall'alto e osservati al microscopio. A quel punto, è possibile vedere il cristallo. C'è acqua con cristalli simili tra loro, acqua che non ne ha affatto e acqua formata da cristalli danneggiati. Dopo aver messo a punto la sua tecnica di refrigerazione, cominciò ad esaminare e fotografare diversi tipi di acqua, come l'acqua dell'acquedotto di diverse città del mondo, e quella proveniente da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai. Emoto, dunque, scoprì che le acque che scorrevano nelle tubature cittadine dove veniva rilasciato cloro per disinfettarle e le acque dei fiumi a valle dove venivano convogliate gli scarichi riuscivano a produrre solo cristalli danneggiati, mentre l'acqua che veniva trattata secondo principi naturali, l'acqua di sorgenti, laghi e ghiacciai ne aveva di bellissimi. Lo scienziato nipponico, un giorno, volle mettere a confronto queste due realtà, fotografando prima l'acqua di fonte del lago Chuzenji e poi l'acqua utilizzata da un hotel che si trova sulle rive del lago stesso ma che, su indicazione dell'amministrazione cittadina, l'aveva disinfettata con il cloro. Acqua dunque, apparentemente uguale, produceva nel primo caso un cristallo completo, mentre nel secondo caso uno sfaldato e decomposto. "Sarebbe importante - spiega Emoto nelle sue ricerche - confrontare i metodi di purificazione dell'acqua e imparare qualcosa dai risultati". Non solo: seguendo anche l'acqua lungo corsi di fiumi poi sbarrati da dighe costruite dall'uomo, Emoto e la sua équipe hanno scoperto che i cristalli, prima bellissimi, si spezzano, si confondono e si perdono quando vengono bloccati in un lago artificiale da dove non hanno scampo. Quindi gli venne l'idea di esporre l'acqua alle vibrazioni della musica, delle parole (pronunciate o anche soltanto scritte sulle bottiglie dei campioni d'acqua) e persino dei pensieri. I risultati dei suoi esperimenti mostrano che i cristalli d'acqua, così trattata, cambiano struttura a seconda dei messaggi che ricevono. Si è perciò potuto constatare l'effetto sui cristalli dell'acqua quando viene esposta a parole scritte, a musica, preghiere, parole pronunciate, acqua di montagna, acqua inquinata, ecc. L'acqua trattata con parole "positive" forma dei cristalli bellissimi, simili a quelli della neve; l'acqua trattata con parole "negative" invece, reagisce, creando forme amorfe e prive di armonia geometrica. Le immagini dei cristalli sono talmente impressionanti che Masaru Emoto ha deciso di renderle disponibili a tutte le persone interessate, attraverso la pubblicazione di numerosi libri e attraverso conferenze che tiene in tutto il mondo. La svolta nei suoi studi giunse, però, quando un suo collaboratore ebbe un'idea che a prima vista ha dell'incredibile, ma che contribuì a far fare ulteriori scoperte nel settore: perché non suonare musica all'acqua e poi studiarne i cristalli formati? In fin dei conti l'efficacia della musicoterapica è risaputa: perché non verificare se la musica poteva in qualche modo influire anche sulla formazione dei cristalli. Emoto e il suo staff, spinti da questa nuova sfida, decisero di riempire delle bottiglie d'acqua - questa volta distillata - e di porle tra due altoparlanti. I risultati furono fantastici: la Pastorale di Beethoven, la Sinfonia n. 40 di Mozart, Les adieux di Chopin, solo per citarne alcuni, hanno prodotto dei cristalli meravigliosi che variano a seconda della musica e sembrano rappresentarne anche le caratteristiche foniche. Al contrario, musiche moderne come quella Heavy Metal hanno prodotto cristalli spaccati in pezzi infiniti. Ma le sorprese non erano ancora terminate: a un certo punto, lo scienziato giapponese ebbe l'idea di 'far leggere' le parole all'acqua. In quale modo? Dopo aver riempito le solite bottiglie, incollò dei foglietti con la parte scritta rivolta verso l'acqua. La differenza tra i cristalli che si formavano nella bottiglia con la parola 'grazie' e quelli con la parola 'sciocco' è ben chiara: cristalli perfetti a sei angoli nel primo caso, cristalli scissi in mille pezzi nel secondo. E così pure con frasi di incitamento quali "Forza", "Sei bravo e ce la puoi fare" e parole come 'Amore' che andavano a formare cristalli completi. Le frasi come 'Stupido', 'Non vali nulla', 'Ti odio' o 'Ti ucciderò' producevano, invece, solo una massa informe di molecole. In pratica, l'acqua trattata con parole "positive" produceva cristalli incantevoli, simili a quelli della neve mentre quella trattata con parole "cattive" reagiva in modo "negativo", creando forme schizzate. Questo mutamento di struttura rappresenta un messaggio vero e proprio inviato all'uomo, che ha così la possibilità di esplorare orizzonti sconfinati che lo riconducono a un Tutto cui appartiene ed al quale deve rispetto. Le ricerche di Masaru Emoto, come da sua stessa ammissione, portano a una riflessione di estrema importanza: se l'essere umano è formato per il 70% dall'acqua, significa che quanto egli pensa, dice modifica l'acqua del suo corpo, producendo in essa cristalli che corrispondono ai suoi sentimenti.» - fonte: https://xoomer.virgilio.it/alternativo/attenti.pdf
Tanti dubbi possono nascere da una mente che si è formata da una cultura fondamentalmente scientifica leggendo di simili ricerche. Ad esempio mi chiedo se le parole riferite a particolari emozioni come "odio", "amore" o "gioia", "paura", abbiano per tutti il medesimo significato, che tradotto in termini energetici, significherebbe la stessa "vibrazione". In teoria sì, questo è plausibile, considerando che attraverso il linguaggio riusciamo a comunicare concetti molto complessi, come appunto le emozioni e i sentimenti che proviamo, dunque le nostre parole portano con se una informazione che in termini energetici è una vibrazione, una particolare lunghezza d'onda ad una frequenza. La domanda è la seguente: è possibile imprimere all'acqua una particolare informazione attraverso un'onda? Beh in fondo è quello che fa l'omeopatia! «Nell'omeopatia ci troviamo di fronte ad effetti terapeutici indotti da acqua "informata" dall'emanazione (frequenze vibrazionali) di sostanze medicamentose che, dopo diverse diluizioni centesimali, non sono più materialmente presenti in quantità misurabili. L'acqua viene agitata ad ogni diluizione e la dinamizzazione promuove e moltiplica una struttura di aggregazione tra le molecole d'acqua caratterizzata da quanti di energia tipici di quel farmaco (rimedio omeop.). Quest'acqua trasmetterà poi tali informazioni ai ricettori dell'organismo umano, dai quali partiranno i messaggi per la guarigione. Il principio che attiva l'Informazione terapeutica è l'Energizzazione del liquido. L'Energia è il vettore dell'Informazione. La stessa informazione in una soluzione priva di energia non è altrettanto efficace. L'energia vive di vita propria. Il lavoro di rotazione-oscillazione svolto da atomi ed elettroni di qualunque materia produce energia che si espande ed influenza le strutture di energia e materia che incontra apportando le sue caratteristiche come un'impronta digitale energetica.» - fonte: https://www.pantheum.net/pdf/Acqua.pdf
Ancora, sull'omeopatia: «Il ristabilimento della salute è prodotto dallo stimolo energetico del rimedio omeopatico che è stato provato nella sperimentazione pura su gruppi di persone sane e ha fatto sì che ciascuna di queste reagisse in concordanza alla sua peculiare maniera di reagire, evidenziando una serie di sintomi, che costituiscono la patogenesi, con la quale si può stabilire la comparazione con quelli che sono simili ai sintomi che formano il quadro caratteristico del quadro malato.» «Il soggetto manifesta il suo squilibrio energetico attraverso una sintomatologia che è ottenuta dallo studio del terapeuta. Sintomi che sono caratteristici di questo malato in particolare e che sono la conseguenza dei suoi miasmi. Lo stimolo energetico del medicamento si conosce quando lo si sperimenta in serie sulle persone sane per evidenziare sintomi che riescono a manifestarsi negli individui sotto sperimentazione, dovuti allo stimolo energetico farmacologico impiegato: la patogenesi. [...]» - fonte: https://www.mirdad.it/omeopatia/i-principi-universali-dellomeopatia-classica
Ritornando al discorso sui cristalli di ghiaccio e la loro forma geometrica che si può riscontrare a seconda della qualità dell'acqua, da dove essa è stata prelevate e prima o dopo averle "fatto ascoltare" della musica classica o metal, ci si può rendere conto di quanto ingarbugliato sia l'argomento.
Che preghiere, mantra, pensieri positivi, possano influenzare positivamente la mente, quindi lo stato d'animo e, a lungo termine, il carattere di chi li attua e di chi lo circonda, è un fenomeno alquanto risaputo. Se poi si scoprisse, senza alcun dubbio, che una preghiera o un "grazie" possono influenzare la capacità dell'acqua di creare dei cristalli di ghiaccio coerenti perché più energizzata, più vitale, questo avrebbe sicuramente delle conseguenze. Comprenderemmo tutti di quanto sia importante coltivare sentimenti di amore, di gioia, di pace, perché essi avrebbero delle ripercussioni anche a livello materiale, molecolare, oltre che puramente emotivo (che poi le emozioni sono veicolate da neurotrasmettitori che altro non sono che molecole). La mia conclusione è che nel frattempo di vedere apparire ulteriori ricerche ed approfondimenti sull'argomento, pronunciare qualche "grazie" in più, prima ad esempio di mangiare e bere, come del resto si faceva nella nostra cultura prima di pranzare per benedire il cibo (e l'acqua) che ci si apprestava a mangiare, male non farebbe!